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martedì 28 febbraio 2017

TERRORISMO: ITALIA IN PERICOLO

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di Gianni Lannes


L’allarme è stato lanciato oggi da Aisi ed Aise, ovvero i nostri servizi di sicurezza che sparano sui mass media (già controllati a dovere): “rischio molto alto che si fa sempre più concreto”. E non si esclude la possibilità di attentati chimico-batteriologico-radiologico-nucleare. In effetti, basta direzionare quotidianamente lo sguardo al cielo - dal 2002, data di entrata in vigore dell’accordo segreto “USA l’Italia” camuffato da una sperimentazione climatica pseudo-scientifica, siglato il 19 luglio 2001 da Berlusconi e Bush, per rendersi conto che gli attacchi alla vita dell’ignara popolazione e dell’ambiente sono all’ordine del giorno. Altra questione sono le nostre frontiere colabrodo. E’ sufficiente dare un’occhiata ai porti - sovente secondari o se preferite tecnicamente di seconda categoria - per rendersi conto che spesso attraccano navi che non vengono mai controllate, come nel caso documentato di Manfredonia. Ed entra di tutto: dal grano inquinato dai veleni chimici e contaminato dalla radioattività ai rifiuti pericolosi importati dalla Francia, alla droga, alle armi, nonché ad eserciti di clandestini. Ma chi controlla i controllori? Da sempre il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica è composto da onorevoli appositamente incompetenti.

Il quadro ufficiale dei rischi, comunque, è tracciato nella relazione annuale della cosiddetta “intelligence” al Parlamento, presentata oggi a Palazzo Chigi da Gentiloni (quello che di nascosto dall’opinione pubblica in veste di ministro degli esteri ha regalato alla Francia, ben 330 chilometri quadrati del Mar Tirreno italiano, decisione mai ratificata dal parlamento nostrano) e dal direttore del Disp, Alessandro Pansa. Il nodo cruciale, come ha recentemente rilevato il generale dei Carabinieri Mario Mori, in passato a capo del Sismi, è che i nostri servizi di sicurezza non sono indipendenti, ma piuttosto telecomandati dall'estero. La voce Central Intelligence Agency vi dice niente? Una cosa è certa: l'Italia non è sovrana da un bel pezzo.
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