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giovedì 9 novembre 2017

La vitamina D è meglio di qualsiasi vaccino.

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Il Dr. Joe Prendergast, è uno dei molti esperti che stanno riconoscendo la fenomenale importanza delle vitamine per la salute, spiega perché in molti modi la vitamina D è più potente di qualsiasi vaccino.

Egli cita uno studio effettuato da ricercatori tedeschi, che hanno scoperto che la vitamina D aumenta la funzione immunitaria di un fattore da 3 a 5, stimolando drammaticamente nel contempo la produzione di potenti peptidi antimicrobici.

Inoltre, l’esposizione alla radiazione ultravioletta del sole, che stimola la produzione di vitamina D attraverso la pelle, si è dimostrata in grado di ridurre l’incidenza delle infezioni respiratorie, insieme ad un vasto numero di altre condizioni patologiche.





Senza questo ormone si può morire ed infatti molte persone muoiono per cause legate alla  deficienza di vitamina D.

Il sistema immunitario necessita di vitamina D, non di vaccini, per funzionare correttamente

La Vitamina D possiede un rimarchevole effetto sulla salute, influenzando circa 3000 dei 25000 geni che abbiamo e giocando un ruolo critico nella risposta immunitaria, un ruolo molto superiore rispetto alla risposta immunitaria sintetica (e spesso pericolosa) generata dai vaccini. La vitamina D potrebbe giustamente venire descritta come un “nutriente miracoloso” per il sistema immunitario, in quanto abilita il corpo alla produzione di più di 200 peptidi con funzione antimicrobica, indispensabili nella lotta contro un vasto numero di infezioni.


Un nuovo studio ha concluso che il ruolo chiave nel sistema immunitario, l’abilità della vitamina D di regolare le proteine antibatteriche, è così importante che è stata conservata attraverso almeno 60 milioni di anni di evoluzione ed è presente solo nei primati, uomo incluso ed in nessuna altra specie animale conosciuta.

Il fatto che questa risposta immunitaria mediata dalla vitamina D sia passata indenne da modificazioni attraverso milioni di anni di evoluzione e selezione naturale e sia tuttora presente in specie come le scimmie ed i babbuini, suggerisce che deve essere cruciale per la sopravvivenza, dicono i ricercatori.

La ricerca evidenza l’importanza di avere adeguati livelli di vitamina D per l’uomo e gli altri primati, soprattutto alla luce del fatto che più del 50% di bambini ed adulti negli Stati Uniti (ma anche in Italia ed in Europa, n.d.t.) sono carenti della “vitamina del sole”.

"L’esistenza e l’importanza di questa parte della risposta immunitaria rende chiaro che l’uomo e gli altri primati necessitano di mantenere sufficienti livelli di vitamina D,” dice Adrian Gombart, professore associato di biochimica e principale ricercatore insieme al Linus Pauling Institute all’Università Statale dell’Oregon.



L’intento presunto di una vaccinazione è quello di ottenere un’immunità attraverso l’esposizione del sistema immunitario a piccole dosi attenuate dell’organismo (o dei suoi antigeni) potenzialmente in grado di causare malattia. Questa strategia preventiva nella “guerra contro i germi” spesso causa così tanti effetti e danni collaterali da forzare i governi mondiali a nasconderne i rischi (le assicurazioni private andrebbero rapidamente in bancarotta se dovessero rifondere i danni, per dire la verità!), essenzialmente colludendo con i produttori dei vaccini e la comunità medica convenzionale che li amministra, nel crescente cover-up degli estesi  danni che provocano.

La realtà è che i danni alla salute dovuti alla malattia per cui si cerca di sviluppare un vaccino sono di gran lunga inferiori rispetto a  quelli generati dalla vaccinazione stessa.

Una seria analisi costi-benefici del metodo vaccinale della cosiddetta “prevenzione” deve tenere conto del fatto che il sistema immunitario del nostro corpo è già predisposto naturalmente a combattere le infezioni, se adeguati livelli di vitamina D ed altri nutrienti chiave sono presenti. Invece di considerare il nostro corpo essenzialmente sprovvisto di aiuto se non si interviene con l’immunità sintetica fornita dai vaccini, dobbiamo renderci conto che per eoni i nostri predecessori vissero bene per mezzo di corretta nutrizione, luce solare ed aria pulita come soli sostegni del sistema immunitario.
Non è meraviglioso, poi, che la vitamina D mostri maggiore efficacia nelle malattie rispetto a certi vaccini?



Per esempio, uno  studio giapponese  dimostra che gli scolari che assumono vitamina D3 come supplemento sono per il 58% meno inclini a contrarre l’influenza AUn’efficacia molto maggiore rispetto a quella che può vantare qualsiasi vaccino anti influenzale, senza contare i potenziali devastanti effetti collaterali che i vaccini possono generare! E ci sono numerosi studi come questo che dimostrano la superiore efficacia delle strategie naturali come la vitamina D nella prevenzione delle malattie. 
Ecco una lista di patologie causate o peggiorate dalla deficienza di vitamina D:

Infezioni respiratorie
acute
Anafilassi
Anemia
Ansia
Artrite
Asma
Aterosclerosi
Autismo
Malattie Autoimmuni
Disordine
Bipolare
Danni cerebrali
Densità del tessuto mammario
Fatica Cronica
Dolore Cronico
Abilità Cognitive
Raffreddori
Craniotabe
Livelli della proteina C-reattiva
Morbo di Crohn
Fibrosi cistica
Carie Dentaria
e problemi periododontali
Depressione
Diabete
Dislessia
Eczema
Epilessia
Cadute
Fibromialgia
Infuenza
Fratture
Mal di testa
Perdita dell’udito
Malattie cardiache
Colesterolo alto
HIV/AIDS
Ipertensione
Disfunzioni del sistema immunitario
Infertilità
Infiammazioni
Malattie intestinali infiammatorie
Insonnia
Claudicatio
intermittens
Patologie renali
Leprosi
Leucemia
Dolori alla schiena (lombalgia)
Basso peso alla nascita
Lupus
Degenerazione maculare
Melanoma
Meningite
(batterica)
Sindrome Metabolica

Emicranie
Sclerosi Multipla
Bassa forza muscolare
Mieloma
Miopatie
Miopia
Fascite necrotizzante
Neuroblastoma
Neuropatie
Dolori muscolari aspecifici
Fattori di rischio ospedalieri
Obesità
Osteomalacia
Osteoporosi
Parassitosi    
Morbo di Parkinson
Malattie delle arterie periferiche
Polmonite
Sindrome dell’ovaio policistico
Pre-eclampsia
Psoriasi
Retinoblastoma
Ricketsiosi
Schizofrenia
Disturbi affettivi stagionali (SAD)
Sepsi e setticemia
Ictus
Tubercolosi

Ci sono infatti ricerche su oltre 200 patologie che sono state collegate alla carenza di vitamina D e che possono rispondere alla supplementazione con vitamina D o ancora meglio alla produzione nella pelle di vitamina D indotta dall’esposizione alla luce solare.

Quando avete preso il sole l’ultima volta?

Questa è una domanda importante, perché la vitamina D prodotta dall’esposizione alla luce solare rappresenta il modo migliore per ottimizzare i livelli nel corpo e di conseguenza ridurre i rischi di un gran numero di malattie.


Sfortunatamente è stato riscontrato che solo il 30% della vitamina D presente negli americani è il prodotto dell’esposizione alla luce del sole, il che è dovuto all’errata avvertenza da parte delle agenzie per la salute pubblica di evitare la luce solare perché provoca il cancro (quando in effetti la produzione di vitamina D derivata dall’esposizione alla luce solare previene il cancro). Inoltre la maggior parte della popolazione lavora al chiuso e quando non lavora non passa abbastanza tempo all’aperto.

L’esposizione occasionale alla luce solare di faccia e mani è insufficiente per la produzione di vitamina D nella maggior parte delle persone. Per ottimizzarne i livelli occorre esporre al sole larghe porzioni di pelle e non solo per qualche minuto. E contrariamente alla credenza popolare, il momento migliore per essere al sole per la produzione di vitamina D è vicino a mezzogiorno. La luce ultravioletta proveniente dal sole è disponibile in due lunghezze d’onda principali – UVA e UVB. È importante capire la differenza tra queste ed i fattori di rischio che ognuna comporta.

Prima ci sono le UVB, onde salutari che aiutano la pelle a produrre vitamina D, poi ci sono le UVA, che sono generalmente considerate poco salubri perché possono penetrare più profondamente la pelle e causare più danni da radicali liberi. Non solo, i raggi UVA sono praticamente costanti durante tutte le ore di luce del giorno, per l’intero anno, diversamente da quelli UVB che sono scarsi al mattino ed alla sera ed abbondanti a mezzogiorno.
Per utilizzare la luce solare per massimizzare la produzione di vitamina D e minimizzare il rischio di danno alla pelle il periodo migliore e più sicuro è la parte centrale della giornata (approssimativamente tra le 10 e le 12). Durante questo periodo di intensa emanazione UVB necessiterà solo una breve esposizione per produrre la maggior parte della vitamina D.



Per quanto riguarda i tempi di esposizione, è sufficiente che il colore della pelle viri verso una leggera sfumatura di rosa. Può trattarsi di soli pochi minuti per le persone con la pelle molto chiara.

Una volta che avete raggiunto questo punto il corpo non produce più vitamina D ed ogni altra esposizione al sole sarà dannosa per la pelle. La maggior parte delle persone con la pelle chiara ed i capelli biondi massimizza la produzione di vitamina D in 10-20 minuti. Qualcuno necessita di minor tempo, altri di un tempo maggiore. Più è scura la pelle, maggiore deve essere il tempo di esposizione per ottimizzare la produzione di vitamina D.

Se non è possibile esporsi alla luce solare, un lettino abbronzante (con reattori elettronici anziché magnetici, per evitare inutile esposizioni a campi elettromagnetici) può essere un’alternativa. Come ultima risorsa è possibile ricorrere ad un  integratore orale di vitamina D3.

La ricerca pubblicata da Grassroots Health tratta da D*Action study dimostra che la percentuale media che un adulto necessita giornalmente si aggira intorno alle 8000 UI, questo per aumentare il livello sopra i 40 ng/ml, livello ritenuto come il minimo indispensabile per la prevenzione delle malattie.





Conoscete i vostri livelli sierici di vitamina D?

Qualcosa come 40 esperti nel mondo attualmente concordano nell’affermare che il più importante fattore quando si parla di vitamina D sia il livello nel siero. Bisognerebbe assumere un dosaggio utile ad ottenere un livello terapeutico nel sangue come indicato dalla tabella sottostante. Per convertire i ng/ml in nmol/litro basta moltiplicarli per il fattore 2.5.


Se non conoscete i vostri livelli di vitamina D o non li avete mai verificati, sarebbe meglio farlo al più presto in quanto pensare che siano a posto è piuttosto rischioso. La deficienza di vitamina D è di proporzioni epidemiche negli Stati Uniti (ma anche in Europa, come già detto, n.d.t.) ed in altre parti del mondo al giorno d’oggi, principalmente perché la gente non passa abbastanza tempo al sole per facilitare questo importante processo della produzione di vitamina D.

Il primo passo per assicurarsi di stare ricevendo tutti I possibili benefici dalla vitamina D è quello di verificare I livelli nel sangue tramite un test denominato 25(OH)D o anche 25-idrossivitamina D oppure Vitamina D 25-OH (esiste anche il test denominato 1,25(OH)D ma quello citato precedentemente è migliore). Potete chiederlo al vostro curante.

La Vitamina D rappresenta una delle migliori difese contro le malattie

Soprattutto, la difesa migliore deriva da un robusto sistema immunitario, che le vaccinazioni possono compromettere. Supportare il sistema immunitario dovrebbe essere la prima voce della lista delle cose da fare per rimanere in salute e la vitamina D opera un ruolo cruciale in questo.

Ricordiamo che le presenti informazioni  sono qui riportate a carattere informativo e divulgativo , non incoraggiamo in nessun modo il fai da te terapeutico ed invitiamo come sempre a consultarsi con il proprio curante.

Fonte: Dr Mercola  


Articolo tradotto da Giancarlo Luzzi per Informare per Sopravvivere
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Per ogni copia, parziale o totale che sia, si richiede la chiara citazione della fonte e del relativo URL.
Informare per sopravvivere


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