Come si è visto, continua la saga del morbillo sui massmedia, architettata per tenere in vita l'obbligo lorenziniano e forse preparare il terreno ad un obbligo vaccinale esteso anche agli adulti. A fronte di tale ossessione per il “morbo del secolo”, si resta molto perplessi.
Del ricercatore Paolo Bellavite
Certo è che lo spauracchio del morbillo, accompagnato dalla notizia di qualche morticino, di cui qualcuno di mesi prima ma reso noto nell’occasione, fu strumento efficace per imporre il decreto Lorenzin d’urgenza a fine maggio 2017, per convincere Mattarella a firmarlo in fretta e furia ai primi di giugno (probabilmente aveva la penna già intinta nell’inchiostro) e persino per la conversione in legge a fine luglio, raggiunta ricorrendo al voto di fiducia.
Ciliegina sulla torta a puntini rossi la sentenza della Corte costituzionale (vedi n. 5/2018) che respingeva il ricorso del Veneto ricorrendo di nuovo all’argomento morbilloso : “Attualmente è in corso, in Italia, una vera e propria epidemia di morbillo, che ha causato 3.840 casi e tre decessi (secondo dati dell’ISS aggiornati al 25 luglio). (....) Da qui discenderebbero la necessità e l’urgenza di un provvedimento con efficacia immediata, che innalzasse, in termini cogenti e obbligatori, la copertura di coloro che cominciano a frequentare asili e scuole, per interrompere la circolazione del patogeno.” E poi: “In Italia, in questo momento e con urgenza, la necessità di rafforzare il preesistente obbligo vaccinale deriva sia da nuove emergenze sanitarie – quale l’epidemia di morbillo in corso – sia dal concomitante calo generalizzato delle coperture per quasi tutte le vaccinazioni previste dal calendario.” E il “gioco” di usare il morbillo “in corso” fu così fatto.
Nelle prossime settimane la legge 770 dovrebbe approdare in parlamento e quindi dovrebbe iniziare la doscussione pubblica, prepariamoci in tempo a questa scenata morbillosa.
Ma una qualsiasi persona pensante potrebbe chiedersi il senso di tale insistenza, ribadita più volte anche dalla Grillo. Chissà se ora se lo chieda anche la Ministra, dopo il ceffone elettorale. Qui comunque ci sono dei dati che potrebbero aiutarla un po’ a riflettere.
Il dr. Alberto Donzelli, del Consiglio direttivo e Comitato scientifico Fondazione Allineare Sanità e Salute, ha presentato recentemente dei risultati sulle cause di morte in Italia, cause che in gran parte sarebbero evitabili con adeguate strategie di informazione e di prevenzione (vedi tabella nella figura allegata).
Stiamo parlando di decine di migliaia di morti ogni anno.
A fronte di questi morti oggi, i dati ISTAT mostrano che nei 14 anni dal 1984 al 1998, che hanno preceduto l’offerta universale ai bambini del vaccino MPR, i morti/anno sono stati in media: • 6,9 per morbillo, • 0,9 per parotite, • 0,9 per rosolia.
Va anche ricordato che la mortalità da morbillo era passata da circa 7000 per anno a circa 7 per anno (diminuzione di 1000 volte) già prima della introduzione dei vaccini. Anche l’incidenza era diminuita di circa 10 volte senza vaccini. E studi pubblicati nel 2018 hanno stimato che se si tornasse alla situazione prima del MPR si potrebbero verificare al massimo 30 casi (casi, non morti!) ogni 100.000 abitanti.
Certo, non vorremmo più neanche questi pochi morti, ma possiamo discutere con calma di mirare bene le strategie di implementazione delle attività di prevenzione del SSN, senza gridare al rischio d’Apocalisse?
E possiamo discutere con calma se un obbligo universalmente esteso, pena gravi sanzioni o esclusione da ogni scuola e università, di un vaccino tri o tetravalente (non privo di difetti) potrebbe portare più benefici che rischi o problemi sociali?
Nessun commento:
Posta un commento