Un team di ricercatori ha condotto uno studio presso il Programma di Ricerca Attiva dell'Aurora ad Alta Frequenza (HAARP) in Alaska, pubblicato il 23 aprile 2019, evidenziando risultati significativi riguardanti esperimenti di riscaldamento ionosferico.
Durante l'esperimento del 12 marzo 2013, HAARP ha trasmesso onde elettromagnetiche ad alta frequenza (HF) nella direzione del zenit magnetico utilizzando il cosiddetto modo X a una frequenza di 4,57 MHz si è creata un'aurora artificiale.
Di Salvatore Calleri (NatMed)
La potenza trasmessa è stata modulata a una frequenza di 0,9 mHz, puntando su una superficie di 20 km a un'altitudine di 120 km. Questo riscaldamento ha generato disturbi nel campo magnetico rilevati da magnetometri a terra e ha prodotto luminose macchie ionosferiche, osservate tramite telescopi HAARP.
L'interesse per l'indagine riguarda la generazione di strutture luminose artificiali nell'alta atmosfera, un obiettivo intrapreso fin dai primi impianti di riscaldamento ionosferico negli anni '60. Questi esperimenti, condotti principalmente con onde polarizzate O, mirano a modificare la temperatura degli elettroni in regioni specifiche dell'alta atmosfera, inducendo diverse forme di luminosità e strati di ionizzazione. Tuttavia, in questo studio, l'attenzione è focalizzata sul riscaldamento tramite onde polarizzate X, che interagiscono con gli elettroni attraverso la risonanza ciclotronica.
L'effetto Getmantsev, introdotto nel 1974, sfrutta il riscaldamento ionosferico per generare correnti magnetiche allineate lungo il campo magnetico terrestre, che a loro volta generano correnti magnetiche verticali nel mezzo ionosferico. Queste correnti, se modulate a frequenze adeguate, possono generare onde ultra-basse e molto basse nella ionosfera e magnetosfera. L'area aurorale e subaurorale è particolarmente favorevole a questo meccanismo a causa della presenza di un campo elettrico su larga scala nell'ionosfera associato all'elettrogetto.
Immagini dell'aurora artificiale creata dal programma di ricerca aurorale attiva ad alta frequenza con lunghezza d'onda di 557,7 nm (a sinistra) e lunghezza d'onda di 630,0 nm (a destra). |
L'esperimento condotto il 12 marzo 2013 dimostra che il riscaldamento ionosferico tramite onde X HF può generare luminose strutture ionosferiche, evidenziate da luminose macchie osservate in varie lunghezze d'onda. Inoltre, il riscaldamento induce oscillazioni nel campo magnetico terrestre, correlato alla frequenza di modulazione del riscaldamento. Simulazioni numeriche tridimensionali mostrano che tali effetti sono correlati alle correnti magnetiche allineate lungo il campo magnetico, generate dalle variazioni di conduttività ionosferica indotte dal riscaldamento.
Le simulazioni evidenziano che il riscaldamento ionosferico tramite onde X HF genera correnti magnetiche allineate al campo magnetico terrestre, con un'intensità massima spostata rispetto al centro del punto di riscaldamento. Inoltre, l'inclusione della conduttività di Hall nel modello aumenta l'ampiezza delle correnti generate e ne modifica la posizione e l'orientamento rispetto al campo elettrico di fondo.
In conclusione, l'esperimento HAARP del 12 marzo 2013 ha dimostrato che il riscaldamento ionosferico tramite onde X HF può generare strutture luminose ionosferiche e influenzare il campo magnetico terrestre. Le simulazioni numeriche supportano l'ipotesi che tali effetti siano dovuti alla generazione di correnti magnetiche allineate al campo magnetico, indotte dalle variazioni di conduttività ionosferica. Tali risultati suggeriscono che le correnti magnetiche allineate possano contribuire significativamente all'energizzazione dell'alta atmosfera durante gli esperimenti di modifica ionosferica.
Note:
Desideriamo chiarire ai nostri lettori che gli eventi recenti, riguardanti la visione di un'aurora boreale in Italia e in altre parti del mondo, non devono essere collegati allo studio menzionato nel nostro articolo. È importante sottolineare che lo studio in questione non sostiene in alcun modo che il programma HAARP sia capace di generare fenomeni equivalenti a un'aurora boreale naturale. Per una corretta comprensione del contesto scientifico, facciamo riferimento alle informazioni pubblicate dal sito dell'Università di Alaska Fairbanks, da cui sono stati tratti i dati per lo studio citato. Si invita quindi i lettori a considerare tali precisazioni per una corretta interpretazione degli eventi recenti.